Pubblicato da: Salvatore Rao | 23 dicembre 2013

auguri di buone feste

dedico questi miei auguri in particolare a tutti/e coloro che anche quest’anno non hanno rinunciato a prendersi cura dell’altro, del nostro vicino, di tutto ciò che ci circonda; a prendersi cura della persona, indipendentemente dalla sua provenienza, che richiedeva sostegno, ascolto, riconoscimento. Dedico questi auguri a chi non intende rinunciare e lottare per quel bellissimo sogno: Un mondo diverso è possibile!

Ma un mondo diverso è possibile se continueremo a camminare insieme, uniti e accumunati da valori comuni come la giustizia sociale e i diritti delle persone e dal voler salvaguardare e attuare quanto prescrive la nostra Carta Costituzionale.

Camminare insieme per inseguire anche i desideri delle persone con utopia e coraggio.

Il cambiamento dipende ancora da noi e dal nostro impegno!

Buone feste, siano gioiose, attorniate da calore e amicizia.

Salvatore Rao

Pubblicato da: Salvatore Rao | 28 Maggio 2013

ringraziamento

un ringraziamento a tutti/e coloro che ci hanno sostenuti, in queste elezioni amministrative, la strada era in salita e tutti noi ne avevamo piena consapevolezza, a distanza di soli due mesi, miglioriamo, rispetto ai dati del Senato,  il risultato elettorale conseguito dalla lista Ingroia, lista in cui Rifondazione era presente; il merito, in questa nuova prova, va certamente alle persone che componevano la lista di Rifondazione e in particolare alla capolista Cadigia Perini che ottiene un ottimo risultato. Per quanto mi riguarda, il mio risultato è proporzionale al tempo che ho avuto e potuto dedicare, all’aiuto ricevuto, alla stima che riscuoto, date le premesse e le mie intenzioni iniziali, sento di aver comunque portato un contributo significativo. Il risultato finale non è sufficiente per ottenere un seggio nel Consiglio Comunale; un contributo, il nostro, che è comunque servito alla coalizione e per la vittoria di Carlo Della Pepa; come non far venire meno il nostro apporto di idee e di stimolo alla coalizione e al Sindaco, nel corso del suo mandato, è la nuova sfida e il lavoro che la lista e Rifondazione dovranno saper realizzare.
Pubblicato da: Salvatore Rao | 23 Maggio 2013

Ivrea -Città Laboratorio sociale

 

 Ivrea  Città Laboratorio Sociale: per un nuovo sviluppo di Comunità

Occorre spirito utopico, credere nell’utopia per andare oltre.

Per uscire da questa crisi che non è solo economica, ma anche sociale, culturale e valoriale, occorre anche aprire Cantieri sociali, se vogliamo ricostruire e sviluppare un lavoro di ricerca – azione,  di  approfondimento, per  conoscere meglio le varie vie e terapie che si stanno esplorando, le diverse soluzioni che sono in campo e che si confrontano.

Con la crisi la ricchezza si è ulteriormente concentrata, le diseguaglianze sono ancora cresciute, la povertà si è estesa, ai giovani è scippato il loro futuro, la disoccupazione, specie giovanile, ha raggiunto indici che mai abbiamo conosciuto.

Si aggravano le condizioni di vita e di salute per una fascia estesa della nostra popolazione, ma contemporaneamente si riducono drasticamente le risorse destinate al sistema dei servizi sociali; poiché, da tempo, vi è un orientamento politico che vuole scardinare il modello di Welfare che avevamo costruito nel secolo scorso.

Una crisi non solo dettata dal taglio delle risorse, poiché è accentuata da un pensiero culturale e politico, che ha scavato solchi e prodotto fratture, rimettendo in discussione il carattere universalistico dei servizi. Il Welfare è sempre più considerato solo un costo, non investimento e infrastruttura necessaria allo sviluppo locale, un sistema chiamato a sorreggere, sostenere e supportare le persone e assicurare livelli di convivenza e ben – essere.

Siamo i primi ad affermare che occorre riformare, innovare, rivisitare quel sistema, metterci mano è urgente, ma non per fare cassa ma perché ormai inadeguato.

La condizione di precarietà, nonché, la vulnerabilità caratterizza questo nostro tempo; la disoccupazione giovanile, la povertà estesa, la condizione di cronicità o di non autosufficienza, sono il vissuto di milioni di persone e famiglie.

Il “prendersi cura”  di queste persone richiede forme più efficaci di aiuto e sviluppo umano e sociale.

Non possiamo certo affermare che nella nostra società viene meno lo spirito e l’agire la solidarietà, anzi questa cresce, ma è lasciata alla libera iniziativa del singolo o delle organizzazioni caritatevoli, viene meno l’impegno e l’assunzione di responsabilità da parte del sistema pubblico, chiamato a fare l’impossibile per rimuovere gli ostacoli che impediscono alla persona una sua piena inclusione e partecipazione.

Un sistema di welfare non può esistere se non vi sono risorse pubbliche adeguate con operatori professionali adeguatamente formati.

Lo sviluppo di Comunità,  non può essere certamente la panacea di tutti i mali e consentirci di ricostruire un nuovo modello capace di dare risposte, fiducia e speranza alle persone, specie per coloro che si trovano a vivere condizioni difficili a rischio di esclusione ed emarginazione.

Ma è certamente un modello che ci consente di andare oltre, oltre agli attuali modelli organizzativi e di responsabilità, di andare oltre alle singole prestazioni e misure finora adottate, oltre agli attuali ruoli e funzioni degli operatori, di andare oltre le collaborazioni e il lavoro di rete.

Poiché chiama in causa la Comunità tutta, le sue risorse, quelle anche non ancora attivate, agisce sulle capacità delle persone, su un’idea di alleanze, sulla compartecipazione,  un lavoro interprofessionale, responsabilità plurime e condivise; chiama in causa il sistema economico e finanziario, rendendo tutti, anche i beneficiari responsabili del cambiamento.

Ma lo sviluppo di comunità necessita di uno sviluppo dei processi partecipativi, per contribuire e influenzare le scelte e le decisioni  dei decisori; di un agire la partecipazione per rafforzare la cittadinanza attiva, lo sviluppo di un sistema integrato, avendo come obiettivo comune la crescita del capitale sociale, il coinvolgimento attivo e responsabile dei cittadini organizzati e non, dei vari soggetti  e attori locali.

Come promuovere e sperimentare affinchè questi servizi siano riconosciuti “Beni Comuni”, non mercificabili?

Riprendersi il ruolo, da parte degli operatori sociali, come Agente di cambiamento, rivedere le scelte organizzative, farsi soglia, confrontarsi con il desiderio (istanza di cambiamento) – far diventare problema sociale la domanda individuale.

I servizi hanno perso l’essere esperienza collettiva, poiché c’è un fare individuale.

Occorre costruire altre Memorie e altre Storie, questo comporta una forte disponibilità a lavorare insieme, nelle reti ma con nuove alleanze, con altre professioni.

Costruire Altre Storie con altre soggettività, questo ci obbliga ad essere più itineranti e sostare nei luoghi, essere dentro i processi e le sperimentazioni locali.

Lo sviluppo di comunità è anche un percorso di uscita dalla propria storia e memoria.

L’incontro con l’altro, far posto all’altro,richiede più prossimità e un marcato senso di responsabilità, L’Alterità deve poter vivere dentro di noi.

Avremo quindi bisogno di operatori dedicati e formati, per promuovere lo sviluppo di comunità nel territorio,  per tessere, intrecciare, ricostruire e rafforzare relazioni e legami sociali.

Sapendo che il futuro non si gioca sul futuro dei servizi ma sul futuro delle persone!

Avendo consapevolezza che, quello che riusciremo a fare, non è solo per il qui e ora, ma ha un valore oltre il presente, non soltanto per Giovanni e Rosetta, ma per affermare diritti di cittadinanza, un’idea di società, il cui esito probabilmente non lo vedremo noi ma altri, i nostri figli.

Crediamo che sia un cammino faticoso, ma anche meritevole e affascinante, avviamoci con il giusto passo, tornerà la primavera!

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